Lo Yoga Sutra di Patanjali è un’opera composta da 196 sutra (aforismi o versi) che descrivono la filosofia yoga con chiarezza e capacità di sintesi. In realtà, la parola sutra significa “legame”, “sequenza” o “catena” e, infatti, tutta l’opera è un susseguirsi ininterrotto di idee che si incastrano fino a formare un unico concetto che percorre tutta l’opera.
Il testo è diviso in quattro sezioni:
1) Samadhi Pada (51 sutra)
Questo capitolo analizza la natura generale dello yoga, gli stadi della concentrazione, gli sforzi e gli impegni, gli ostacoli e le soluzioni, i mezzi e i risultati per stabilizzare la mente.
2) Sadhana Pada (55 sutra)
Sadhana è la parola sanscrita per “pratica” o “disciplina”.
Questo capitolo delinea strumenti specifici, usati per rimuovere lo scudo mentale interiore che blocca, all’interno, la luce del Sé; include i primi cinque passi dell’Ashtanga Yoga (Yama, Niyama, Asana, Pranayama, Pratyahara).
3) Vibhuti Pada (56 sutra)
Vibhuti è la parola sanscrita per “potere” o “manifestazione”.
Il capitolo inizia presentando gli ultimi tre passi dell’Ashtanga Yoga (Dharana, Dhyana, Samadhi), noti collettivamente come samyama. Il resto del capitolo spiega come il samyama sia usato per rimuovere i sottili veli dell’ignoranza.
4) Kaivalya Pada (34 sutra)
Kaivalya letteralmente si traduce in “isolamento”, ma nei Sutra significa “liberazione”.
Questo capitolo riguarda la liberazione o moksha. I Sutra spiegano come la mente è costruita e copre la luce interiore del Sé.
Descrive come lo yogi può rimuovere i blocchi mentali che ostacolano la liberazione finale, cioè l’illuminazione.
Lo Yoga di Patanjali è detto anche “Yoga degli otto passi” (Ashtanga Yoga, “asha”, in sanscrito vuol dire “otto; “anga”, vuol dire membra, stadio, passi):