Vitamina B9, acido folico

L’acido folico o vitamina B9 (folato nella forma naturale) è una vitamina idrosolubile essenziale alla sintesi del DNA e delle proteine, necessario alla formazione dei globuli rossi, è fondamentale nella prevenzione delle malformazioni neonatali quali la spina bifida, ed è utile anche al buon funzionamento del sistema nervoso e degli organi sessuali. Attualmente sono in corso studi sperimentali allo scopo di provare l’azione protettiva dell’acido folico nelle malattie cardiovascolari e nell’ipertensione.

A differenza di altre vitamine idrosolubili, l’acido folico viene conservato nel fegato e non deve, perciò, essere assunto tutti i giorni.

Fonti alimentari

L’acido folico può essere assunto tramite numerosi alimenti: arance, kiwi, verdure a foglia scura, pomodori, legumi, germe di grano, lievito di birra, fegato di vitello, cereali.

L’acido folico va perduto negli alimenti conservati a temperatura ambiente e durante la cottura.

Fabbisogno giornaliero

Il fabbisogno giornaliero di acido folico varia a seconda dell’età e del sesso: per gli adulti la quantità raccomandata si attesta sugli 0,2 mg, che raddoppia per le donne in gravidanza (almeno 0,4 mg al giorno).
Tra i segnali che possono denotare carenze di acido folico vi sono l’anemia, i disturbi del sonno e la difficoltà di concentrazione.

 

Vi sono delle condizioni, come ad esempio la gravidanza, nelle quali il fabbisogno di questa vitamina aumenta. È indispensabile, in questo caso, che un maggior apporto di acido folico sia disponibile all’embrione sin dal momento del concepimento.

A che cosa serve l’acido folico in gravidanza?

Serve a costruire nuove cellule. Questo significa che è essenziale per la formazione del DNA e delle proteine, in particolare dell’emoglobina e delle cellule embrionali.

Nell’adulto, un’alimentazione ricca di verdura e frutta assicura la quantità di acido folico necessaria a riprodurre regolarmente i globuli rossi, evitando l’anemia.
Durante i primi giorni di una gravidanza, il fabbisogno aumenta perché le cellule dell’embrione utilizzano le riserve materne per formare nel modo migliore possibile i vari organi.

Recenti studi in medicina indicano chiaramente che assumere nel periodo pre-concezionale e nel primo trimestre di gravidanza almeno 0,4 mg al giorno di acido folico in aggiunta a quello introdotto con una alimentazione ricca di frutta e verdura, contribuisce significativamente a ridurre il rischio di insorgenza di alcune malformazioni, in particolare di anencefalia e spina bifida.

Che cosa sono anencefalia e spina bifida?

Nell’embrione il sistema nervoso centrale ha la forma di un tubo aperto (il tubo neurale) che gradualmente si chiude come se ci fosse una cerniera lampo che scende dall’alto in basso, per formare prima il cervello e poi il midollo spinale. Se tutto procede nel modo migliore la chiusura completa avviene entro le prime 4 settimane dal concepimento (43 giorni dopo il primo giorno dell’ultima mestruazione).

L’anencefalia è dovuta alla mancata chiusura della parte alta del tubo neurale e determina assenza parziale del cervello. È incompatibile con la vita. Può essere identificata all’ecografia prenatale.

La spina bifida è dovuta alla mancata chiusura della parte medio-bassa del tubo neurale e provoca una grave alterazione della colonna vertebrale e del midollo spinale. Questa malformazione richiede sempre un intervento chirurgico alla nascita, ma la chirurgia non elimina il problema: gli arti inferiori rimangono paralizzati e la vescica non esercita la sua naturale funzione di eliminazione dell’urina. Spesso è anche causa di idrocefalo, cioè un aumento del liquido all’interno del cervello.

Anencefalia e spina bifida si verificano in circa una gravidanza su mille. Solo in Italia, ogni anno si verificano 550 casi circa.

Una maggiore assunzione di acido folico prima del concepimento e nelle prime settimane di gravidanza riduce del 40-50% il rischio di anencefalia e spina bifida e del 10-20% il rischio di molte altre malformazioni, tra cui le cardiopatie congenite.