Prostatite, Rimedi Naturali

La prostatite è l’infiammazione della prostata, una ghiandola simile ad una castagna che si trova al di sotto della vescica maschile. Quest’infiammazione  comporta l’ingrossamento della prostata a causa dell’accumulo di liquido negli spazi intracellulari.

La prostata è deputata alla produzione del liquido prostatico, dotato di azione antibatterica ed utile per aumentare motilità e resistenza degli spermatozoi.

Prostatite, Sintomi

Stomaco
Problemi gastrici (nausea e conati di vomito)

Apparato urinario
Flusso delle urine debole
Continuo stimolo alla minzione
Incontinenza
Diuresi notturna
Bruciore
Dolore
Evacuazione cincompleta della vescica

Organi sessuali
dolore a pene e testicoli
Problemi di erezione
Eiaculazione dolorosa

Prostatite, Fattori di rischio

Traumi della regione pelvica
Uso di catetere
Infezioni alla vescica
Ereditarietà
Rapporti sessuali non protetti
Deficit immunitario

Prostatite, Cause

Infezioni batteriche
Traumi
Malformazine dell’uretra
Spasmi della muscolatura della prostata
Infezioni da Clamidia e Mycoplasma

 

Prostatite acuta di origine batterica

E’ spesso causata dai batteri che popolano normalmente l’intestino crasso e che possono colonizzare la prostata dopo essere risaliti attraverso l’uretra. In questo caso, si parla di contaminazione per via ascendente e riconosce nei rapporti sessuali a rischio uno dei suoi principali agenti causali.

L’infiammazione della prostata può insorgere per diffusione, diretta o linfatica, di patogeni dal retto, che si trova appena dietro ad essa. Il contagio può essere anche di origine ematica o rappresentare una complicanza di infezioni locali, come quella alla vescica (cistite) o all’uretra (uretrite).

La prostatite acuta esordisce generalmente in modo brusco e si manifesta attraverso:

  • febbre e brividi;
  • sintomi simil-influenzali, sensazione di forte malessere;
  • dolore localizzato alla prostata, alla bassa schiena o all’inguine;
  • problemi urinari, tra cui sensazione di impellente bisogno di urinare, disuria (difficoltà o dolore durante la minzione) ed ematuria (emissione di sangue con l’urina);
  • dolore durante i rapporti sessuali, l’eiaculazione e, talvolta, durante la defecazione;
  • stranguria (minzione lenta e dolorosa).

La prostatite acuta richiede un rapido intervento medico per evitare complicazioni. Specialmente quando viene trascurata, l’infezione può infatti cronicizzare e trasmettersi ad altre strutture anatomiche vicine, come i testicoli (epididimite, orchite) o, ancor più pericolosamente, al sangue (batteriemia).

Diversi fattori, patologici e non, possono predisporre allo sviluppo di prostatite, come diabete, immunodepressione, microtraumi, l’applicazione di catetere urinario, coito interrotto,  emorroidi e stipsi ostinata.
A differenza di altri problemi alla prostata, è molto più probabile sviluppare prostatite in età giovanile, anche prima dei 40 anni.

La prevenzione prevede un’attività fisica e sessuale regolare, senza eccessi, e uno stile di vita che preveda assenza di stress, esercizio fisico e un’alimentazione corretta. E’ inoltre importante evitare le attività che possono determinare traumi perineali.

Prostatite cronica

La prostatite cronica può essere la conseguenza di una forma acuta non adeguatamente trattata, in cui persistono le condizioni necessarie al mantenimento della flogosi. In questi casi, una minima quota di batteri rimane nella prostata e può portare la persona ad accusare, di tanto in tanto, disuria e dolori all’area genitale ed addominale.

La prostatite cronica di origine batterica è inoltre favorita dall’utilizzo del catetere, da traumi all’apparato urinario e da infezioni sistemiche.

Ipertrofia prostatica

Tra le patologie che riguardano la prostata, la più diffusa è l’ipertrofia prostatica benigna o adenoma della prostata. Ciò avviene soprattutto dopo i 50-60 anni.

Con l’avanzare degli anni, infatti, la parte centrale della prostata tende a ingrossarsi fino a superare anche di 2-3 volte le misure ritenute normali. Con l’età aumenta il tasso di estrogeni e, essendo la parte muscolare della prostata dotata di un gran numero di recettori per gli estrogeni, aumenta anche il rischio di ipertrofia.

La crescita della ghiandola prostatica tende a restringere sempre di più l’uretra prostatica, la parte dell’organo che inizia con l’orifizio uretrale interno della vescica e termina all’apice del pene in corrispondenza dell’orifizio uretrale esterno. Questo fa sì che il primo sintomo avvisabile sia, quasi sempre, la difficoltà ad urinare.

La vescica è costretta a lavorare di più per tentare di espellere l’urina e, con il tempo, si indebolisce, perde efficienza ed è soggetta a diverticoli (ernie vescicali).

a difficoltà nell’espellere i liquidi, inoltre, può far sì che parte delle sostanze di scarto restino nella vescica, dando luogo a possibili infezioni e calcolosi.

Ipertrofia prostatica benigna: sintomi

Reni
Idronefrosi (dilatazione del rene)

Vescica
Calcoli
Infezioni

Apparato urinario
Flusso delle urine debole
Continuo stimolo alla minzione
Diuresi notturna
Bruciore
Comparsa del sangue nelle urine

 

Il principale sintomo dell’ipertrofia prostatica è la diminuzione del calibro e del getto urinario, spesso associato anche a difficoltà nell’iniziare la minzione.

Altri sintomi potrebbero essere: bisogno di urinare più spesso del normale, nicturia (bisogno di urinare di notte), urgenza minzionale (bisogno urgente di urinare, a volte con perdita involontaria di qualche goccia di pipì), minzione “intermittente” (a più tempi), sensazione di non aver svuotato del tutto la vescica, difficoltà a iniziare la minzione (nonostante la presenza di un forte stimolo), gocciolamento post-minzionale.

Nei casi più gravi può insorgere anche la completa incapacità ad urinare (ritenzione urinaria), tanto da rendere necessario il riscorso al catetere per lo svuotamento.

Prostatite, Rimedi Naturali

Nel caso in cui i sintomi e la situazione non richiedono trattamenti farmacologici specifici, la fitoterapia può essere un valido aiuto per tenere sotto controllo il disturbo prostatico, attenuandone i fastidiosi sintomi ed evitando anche che il disturbo progredisca aggravandosi.

La fitoterapia può anche essere impiegata per affiancare il trattamento farmacologico, poiché può potenziarne i benefici, ed è anche consigliabile come trattamento preventivo da effettuarsi a cicli, due-tre volte l’anno, dopo i quarant’anni e oltre.

Per curare i disturbi della prostata, la fitoterapia ricorre a piante ed erbe officinali come l’Uva ursina, l’Ortica, l’Echinacea o alberi come la Seronoa repens dalle spiccate proprietà antinfiammatorie, antibatteriche e riequilibranti del sistema ormonale maschile.

La Seronoa repens è una piccola palma che produce bacche di colore rosso scuro, monoseme e di dimensioni simili ad olive, che ne costituiscono la droga.

E’ largamente utilizzata nel trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna e dell’alopecia androgenica (caduta dei capelli sostenuta da disordini endocrini).

I suoi princìpi attivi (trigliceridi, fitosteroli, derivati del sitosterolo, flavonoidi) le conferiscono proprietà antiandrogeniche, che espleta principalmente attraverso un’azione diretta sui recettori del diidrotestosterone, ed indiretta, tramite l’inibizione dell’enzima 5-alfa-reduttasi.

Il diidrotestosterone (DHT) è l’ormone androgeno più potente dell’organismo e la sua attività è 4-5 volte superiore rispetto al testosterone da cui deriva.

Il diidrotestosterone viene sintetizzato grazie all’azione dell’enzima 5-alfa reduttasi, molto concentrato nella cute, nel fegato, nel sistema nervoso centrale e nella prostata.
Se prodotto in eccesso, il diidrotestosterone, in virtù del suo forte potere androgeno, favorisce la comparsa di acne, accelera la caduta dei capelli e causa ipertrofia prostatica.

Da qui l’utilizzo di farmaci capaci di bloccare l’enzima 5-alfa-reduttasi, di derivazione fitoterapica (come la Serenoa) o di sintesi, come la finasteride.

A differenza del finasteride che inibisce l’enzima 5α-reduttasi, la Serenoa agisce ad un duplice livello, bloccando l’enzima, da un lato, ed impedendo l’interazione del diidrotestosterone con il suo recettore dall’altro.

L’Ortica pianta erbacea che tutti conosciamo e che cresce spontanea in tutto il mondo, fornisce due tipi di droga, le foglie e la radice. Quest’ultima ha dimostrato la capacità di alleviare i sintomi dell’ipertrofia prostatica benigna per la sua azione inibente la formazione delle fibrocellule muscolari lisce della prostata. Inoltre, agisce con un meccanismo ancora non del tutto chiarito, sullo squilibrio del rapporto androgeni/estrogeni che si osserva nei soggetti con ipertrofia prostatica benigna.

L’Echinacea è una pianta erbacea di origine nordamericana che produce dei grandi fiori violacei, di cui si può usare sia la parte aerea che la radice.

In alcuni studi clinici, è stato osservato che la somministrazione di preparati fitoterapici contenenti la radice di Echinacea, ha indotto miglioramenti sulla sintomatologia della vescica irritabile e nelle infezioni batteriche della vescica. Questa pianta è utile anche nelle affezioni urologiche, per le sue proprietà immunostimolanti, antisettiche e antinfiammatorie.

Le foglie di Uva ursina, infine, sono note ed utilizzate per la loro attività disinfettante urinaria, legata principalmente all’azione di un composto, l’idrochinone, che si forma dalla trasformazione dell’arbutina contenuta nell’Uva ursina, in presenza di urine alcaline.

Quindi l’attività disinfettante dell’Uva ursina è favorita dall’alcalinità dell’urina, che può essere ottenuta con un’alimentazione ricca di verdure o con l’ingestione di agenti alcalinizzanti, come il bicarbonato di sodio, anche se bisogna considerare che in fase di infezione urinaria, l’urina tende già verso l’alcalinità.

Oltre all’azione antimicrobica, è stata anche dimostrata un’attività antinfiammatoria delle foglie di Uva ursina nei confronti di diversi agenti irritanti, attività che può essere quindi utile quando vi sia una condizione di flogosi della mucosa vescicale e dell’apparato urinario.