La medicina e, più in generale, la cultura occidentale, ci ha insegnato a vederci come un organismo composto da vari elementi: testa, braccia, mani, gambe, piedi… ossa, muscoli, cuore, stomaco, fegato, cervello…
Se andiamo dal medico perché soffriamo di acidità gastrica e non riusciamo a digerire, ci prescriverà un farmaco per lo stomaco.
Per ogni problema di salute, esiste un farmaco: per il mal di testa, per il mal di schiena, per i dolori mestruali, per dimagrire, per la tristezza, per l’ansia.
Non esiste dolore fisico, psicologico ed emotivo senza il suo farmaco “miracoloso”. Ma questi farmaci lavorano sui sintomi e non sulle cause!
Noi prendiamo quei farmaci, senza chiederci quali siano le cause di quei dolori. Non lo chiediamo neanche al medico perché siamo stati educati a non vederci come un organismo unico, in cui le singole parti interagiscono tra loro.
Poi, ci sono i tabù che riguardano l’apparato riproduttivo e la sfera sessuale che ci vengono trasmessi, fin dalla più tenera età, retaggio di una visione religiosa oscurantista che porta moltissime persone ad ignorare certi argomenti. Ma quanta influenza hanno l’apparato riproduttivo e la sessualità sulla nostra psiche e sulla qualità della nostra vita?
Nella mia esperienza di insegnante di Hatha Yoga, ho visto che il primo cambiamento che si verifica in un allievo principiante è la consapevolezza che ha di sé: non importa se non riesce ad esser flessibile come una canna di bambù, come dicono i testi antichi dello Yoga; non importa se non riesce a stare seduto in Ardha Padmasana o a rilassarsi per più di qualche minuto!
La prima grande conquista di un allievo che non ha mai praticato Yoga, consiste nel percepirsi (finalmente!) come qualcosa che va oltre la somma delle singole parti perché “sente” di essere un organismo in cui tutto è in relazione con tutto, compresa la mente (successivamente, scoprirà anche la sua dimensione spirituale che influenza e viene, a sua volta, influenzata dal corpo e dalla mente, ma anche da “qualcosa di più grande”).
Quando un allievo che non ha mai praticato yoga, acquisisce questa consapevolezza, sento di aver fatto un buon lavoro perché ho dato a quella persona gli strumenti per ascoltarsi, per comprendersi.
E nella nostra società, caratterizzata da frenesia e da tanto rumore, in cui ci siamo allontanati dalla Natura (la nostra Grande Madre) e, quindi, da noi stessi, è una conquista ed un privilegio tornare a riprendere “contatto” con sé stessi, per scoprire di aver non solo un corpo molto più complesso di quello che credevamo, ma anche qualcos’altro!
Om Shanti,
Simona