La naturopatia abbraccia completamente la visione olistica dell’individuo secondo la quale il benessere di una persona è frutto della somma di varie componenti. Secondo questa visione la malattia non ha una causa unica ma è il prodotto di un’insieme di fattori interni ed esterni all’individuo.
Un grosso limite della medicina tradizionale invece, è proprio quello di non tenere conto di questa molteplicità di componenti che interagiscono tra loro. La medicina ufficiale studia e classifica gli organi e le malattie secondo una concezione ormai vecchia: a ciascuna malattia corrisponde una causa ben precisa. Se una persona soffre di gastrite, allora la causa è un batterio come l’helicobacter pylori. Per debbellare la malattia quindi, si somministra un antibiotico in grado di distruggere il batterio. Una volta distrutto il batterio, si è rimossa la causa del problema e il compito della medicina ufficiale è concluso.
L’approccio olistico del naturopata invece, solleva interrogativi più profondi: come mai alcune persone vengono colpite dal batterio mentre altre sembrano esserne immuni? In sostanza, perché alcune persone si ammalano mentre altre no? La risposta sta nel fatto che non basta individuare l’elemento scatenante della malattia, ma occorre tenere conto di fattori apparentemente estranei al problema.
La naturopatia quindi, così come l’antica medicina ayurvedica, prende in esame tutti gli aspetti che possono influire nel benessere dell’individuo, quali l’alimentazione, lo stile di vita, lo stress, la postura, l’ambiente frequentato, etc. Tutti fattori completamente trascurati dalla medicina ufficiale.
La medicina ufficiale si è andata via via specializzando. Il gastroenterologo si occupa dello stomaco, il cardiologo del cuore, l’ematologo del sangue, etc. Ognuno analizza un organo senza tener conto di tutto il resto del corpo. Eppure tutti gli organi interagiscono tra loro e sono sincronizzati e in perfetto equilibrio. Uno squilibrio da una parte, può provocare danni da tutt’altra parte.
Spesso un farmaco riesce unicamente ad eliminare i sintomi ma non le cause della malattia. Un esempio emblematico è rappresentato dagli analgesici per il mal di testa. Eliminano il dolore, ma non la causa. In questo modo la causa principale rimane e dopo un po’ di tempo appaiono sintomi diversi. Magari l’origine del problema è una postura scorretta o una contrattura muscolare. Se non si corregge la postura, molto probabilmente appariranno altri sintomi come ad esempio il mal di schiena o l’insonnia.
Non bisogna poi dimenticare gli effetti collaterali dei farmaci che, essendo delle sostanze non naturali, alterano in qualche modo l’equilibrio dell’individuo, rischiando di provocare le cosiddette malattie secondarie.
Una volta i vecchi medici curavano i pazienti partendo da un accurato esame visivo: occhi, lingua, unghie, polso, etc. L’anamnesi seguiva interrogando il paziente per raccogliere informazioni sui famigliari, i genitori, lo stile di vita, etc. Tutto al fine di giungere ad una diagnosi. Oggi invece, tutti vanno di fretta. Anche i medici vanno di fretta. Spesso prescrivono dei farmaci senza neanche guardare in faccia il paziente. La classica visita medica di una volta, oggi non esiste più. Oggi si va di corsa, la parola d’ordine è veloce, rapido.
Forse la medicina ufficiale dovrebbe mutuare l’approccio olistico della naturopatia, iniziando a considerare l’individuo come qualcosa di incredibilmente complesso e non come un insieme di pezzi da analizzare singolarmente.