Intolleranze alimentari, lento avvelenamento del nostro organismo

Le intolleranze alimentari sono reazioni avverse a determinate molecole presenti in alimenti assunti frequentemente. Il disturbo non è in relazione diretta all’assunzione del cibo, ma può avvenire anche dopo 36-72 ore con sintomi a carico di un qualsiasi organo, apparato o sistema.
I sintomi non sono dose-dipendenti: anche piccole quantità possono essere non tollerate.

Le intolleranze alimentari possono essere di vari tipi:

1) Intolleranze farmacologiche
Possono derivare da sostanze presenti in alcuni farmaci e alimenti, come ad esempio le xantine che si trovano nel caffè e nel tè e possono causare sintomi tra i quali tachicardia ed acidità digestiva.

2) Intolleranze metaboliche
Nascono da carenza, o assenza, di enzimi impiegati nel metabolismo. Ad esempio, è molto diffusa l’intolleranza al lattosio, zucchero contenuto nel latte che deriva da una carenza dell’enzima lattasi. In questo caso, insorgono problemi nella digestione del lattosio i quali possono causare disturbi gastrointestinali, tra cui gonfiore, dolori addominali e diarrea.
Appartengono a questa categoria la celiachia e il favismo.

3) Intolleranze agli additivi chimici di frequente presenti nei cibi che ingeriamo quotidianamente.
Conservanti, dolcificanti, esaltatori di sapidità possono infatti produrre sintomi come nausea, mal di testa, dolori addominali o asma.

Le intolleranze alimentari sono riconducibili all’accumulo nel tempo delle sostanze responsabili dell’ipersensibilità (come un lento avvelenamento) che stimola ripetutamente il sistema immunitario.

Un’alterata funzionalità intestinale causa la comparsa dell’intolleranza alimentare perché l’intestino non assolve più alla sua funzione di filtro, lasciando passare molecole che l’organisno considera come estranee. Di conseguenza, si verificano una serie di reazioni immunitarie atte a bloccare le sostanze “nemiche”.
Si sviluppano così anticorpi che bloccano l’alimento in questione e che si dispongono sulla superficie della mucosa intestinale in modo da proteggerlo da un’eventuale reintroduzione dell’alimento.
Alla successiva introduzione del cibo in questione si avrà un’aggressione verso quest’alimento che, se troppo intensa o troppo protratta nel tempo, può essere in grado di determinare una vera e propria patologia.

Sintomi
Poiché le intolleranze creano infliammazioni locali e indebolimento del sistema immunitario perché impegnato a combattere la molecola alimentare “nemica, possono verificarsi sintomi di varia natura che, con il tempo, creano condizioni favorevoli all’insorgere di patologie più o meno gravi.

I sintomi più frequenti sono:

1) Apparato respiratorio
Riniti, sinusiti, tosse, asma

2) Apparato gastro-enterico
Coliti, colon irritabile, gonfiori, stipsi, diarrea, dolori addominali, gastrite, prurito anale

3) Apparato genito-urinario
Calo della libido, emissione difficoltosa delle urine, cistiti e vaginiti ricorrenti

4) Apparato cardio-circolatorio
Aritmie, palpitazioni

5) Apparato muscolo-scheletrico
Crampi, spasmi, dolori ossei e muscolari

6) Apparato cutaneo
Eczema, acne, prurito, seborrea

7) Apparato emozionale
Irritabilità, depressione

Il sospetto verso un’intolleranza alimentare va posto quando un disturbo, anziché comparire in modo passeggero o saltuario, inizia a presentarsi sempre più frequentemente.

La continua sollecitazione del sistema immunitario favorisce la formazione di radicali liberi che danneggiano i tessuti, con conseguenze anche gravi per lo stato di salute.

Infine, la presenza di intolleranze può generare sintomi generici, non correlabili a patologie vere e proprie come sovrappeso, facile affaticabilità, cefalea, difficoltà d concentrazione.

Perciò, identificare un’intolleranza alimentare può consentire di migliorare il proprio stato di salute e di rafforzare le capacità difensive del proprio organismo.