Filosofo e yogi indiano, vissuto fra il IX e il XII sec. nel Bengala. E’ considerato il fondatore dell’ordine ascetico śaiva dei Kānphaṭa, tuttora esistente. Gli si attribuiscono due opere: lo Haṭhayoga, non pervenutaci, e la Goraksaṣataka. Il mito vuole che egli sia manifestazione del dio Shiva e fondatore dello Haṭha Yoga, la disciplina yogica adottata dai Kānphaṭa.
Il suo nome, significa “protettore delle vacche”, forse dovuto ad un’origine di bassa casta.
Ci sono diverse leggende che narrano la nascita di Goraksha. Tra queste, una particolarmente nota, tramandata dai Nath Yogi, racconta che Matsyendra pregò il suo maestro Shiva chiedendo di poter avere l’onore di insegnare ad un allievo così spirituale da poterlo superare. Shiva rispose che non vi poteva essere nessuno più evoluto di Matsyendra se non sé stesso, pertanto decise di incarnarsi in un corpo umano. Fu così che una giovane contadina di umili origini, pregò Shiva per ottenere il suo primo figlio. Il Dio le consegnò della vibhuti (cenere sacra) in grado di concederle il dono di essere madre, ma lei, incredula, non utilizzò la cenere e la gettò sopra una montagna di sterco. Dopo dodici anni, Matsyendra, grande maestro yoga, venuto a sapere della vicenda, si mosse alla volta della donna e la condusse alla montagna di sterco dove trovò un giovane di dodici anni, proprio suo figlio, ovvero Goraksha. Da quel giorno Goraksha divenne allievo di Matsyendra.
A Goraksha è dedicata un asana: Gorakshasana.