Quando parliamo di MNC (Medicine Non Convenzionali), cioè la cosiddetta medicina alternativa, l’opinione comune è divisa a metà tra scettici e fanatici. Molte persone considerano qualsiasi tipo di medicina alternativa totalmente inutile e inefficace se non addirittura dannosa (soprattutto se sottrae pazienti alla medicina ufficiale). Molte altre sono convinte della superiorità della medicina alternativa rispetto a quella tradizionale, la quale in molti casi è impotente. Come stanno realmente le cose? Il problema è che spesso un approccio di tipo riduzionistico porta a conclusioni fuorvianti se non addirittura totalmente errate.
Prendiamo ad esempio il caso degli integratori alimentari. Le vitamine e i sali minerali assunti come integratori della dieta quotidiana, sono utili o dannosi? Per capire quanto sia dannoso l’approccio riduzionista, partiamo da un caso reale: lo studio SELECT apparso qualche tempo fa sulla rivista medica Jama. Lo studio venne condotto a partire dal 2001 su 35.000 partecipanti, dislocati in 400 centri di ricerca diversi. Lo scopo dello studio era quello di dimostrare come l’uso di integratori alimentari, nello specifico la vitamina E e il selenio, potesse prevenire il rischio di tumore alla prostata. L’idea dello studio partì dall’analisi di un precedente studio finlandese che sembrava avvalorare tale ipotesi. I risultati dello studio SELECT vennero pubblicati nel 2011. La conclusione dello studio fu: la percentuale di tumori alla prostata aumentò del 17% negli uomini che avevano assunto vitamina E e selenio. Immediatamente tutti i giornali riportarono la notizia con il titolo: gli integratori a volte sono dannosi. Insomma, dopo anni di studi e ricerche a favore degli integratori alimentari, ecco arrivata la doccia fredda: gli integratori fanno male.
Ebbene, tale conclusione è errata e deriva appunto da un approccio eccessivamente riduzionista. La prima cosa che occorre notare è la seguente: lo studio SELECT è sbagliato in partenza. Ai partecipanti allo studio venne somministrata una quantità di vitamina E giornaliera, pari a 400 mg. Le quantità di vitamina E contenute negli integratori vitaminici in commercio invece, sono molto al di sotto di tale valore. Ad esempio, in un noto integratore multivitaminico sono presenti quantità di vitamina E inferiori ai 15 mg: praticamente un centesimo della dose giornaliera “da cavallo” che venne fatta assumere ai partecipanti allo studio. Ora, non occorre essere degli scienziati per sapere che il troppo stroppia. Anche l’acqua, se consumata in grandi quantità, è dannosa se non addirittura mortale. Si chiama iponatremia isovolemica, conosciuta meglio come intossicazione acuta da acqua. È dimostrato infatti che bere più di 5 litri di acqua può causare la morte entro poche ore. Studi recenti dimostrano che il limite di liquidi da assumere non dovrebbe superare 1-1,5 litro per ora. Infatti, quando la quantità d’acqua supera certe soglie l’equilibrio elettrolitico viene a degenerarsi, questo comporta una rapida diminuzione della concentrazione del sodio e la morte nelle persone. È evidente quindi che dosi massicce di vitamina E non solo non fanno bene, ma sono addirittura dannose. Inoltre lo studio SELECT dimostrò che l’aumento di tumori alla prostata del 17% si verificava nei soggetti che assumevano vitamina E, ma tale incidenza era praticamente nulla nei soggetti che assumevano contemporaneamente vitamina E e selenio. Ciò sembra dimostrare gli effetti protettivi del selenio nei confronti dei danni provocati dalla vitamina E.
Se andiamo ad analizzare la cosa ancora più a fondo, scopriamo che esistono ben sette tipi di tocoferolo (vitamina E): alfa, beta, delta, ipsilon, eta, gamma e zeta tocoferolo. Nella maggior parte degli integratori alimentari è presente esclusivamente un tipo di vitamina E: alfa-tocoferolo. L’alfa-tocoferolo infatti sembra essere l’antiossidante per eccellenza. Ebbene, secondo altri studi, alte dosi di alfa-tocoferolo causano un abbassamento dei valori del gamma-tocoferolo in modo significativo. Il problema è che è proprio il gamma-tocoferolo ad abbassare il rischio di tumore. Quindi lo studio SELECT, somministrando alfa-tocoferolo (vitamina E “cattiva”) invece di abbassare il numero di tumori alla prostata, lo ha innalzato, provocando un calo di gamma-tocoferolo (vitamina E “buona”) nel sangue. Infatti esistono altri studi che confermano la riduzione dei casi di cancro alla prostata negli uomini che assumono alfa-tocoferolo, gamma-tocoferolo e selenio contemporaneamente. Va inoltre osservato che l’unica forma di selenio utilizzato in questo studio era L-selenometionina (200 mcg). Eppure gli studi scientifici risalenti al 1970 mostrano che altre forme di selenio potrebbero garantire una maggiore protezione contro il cancro.
L’analisi dello studio SELECT (partito con presupposti sbagliati) dimostra come per avvalorare questa o quella tesi sia fin troppo facile trovare studi pro o contro un dato rimedio, sostanza o cura alternativa. A tutto questo va aggiunto l’approccio riduzionista che vede l’uomo come una macchina semplice e controllabile facilmente, partendo da studi dalla qualità alquanto discutibile. Secondo un approccio olistico invece, l’uomo è una macchina complessa che interagisce con il mondo esterno. I fattori che provocano le malattie quindi, sono molteplici e spesso difficili da rilevare e da misurare. Secondo l’approccio olistico occorre considerare la vita di un individuo nel suo complesso:
- predisposizioni genetiche
- fattori ambientali come l’inquinamento dell’aria e dell’acqua
- alimentazione non corretta
- stile di vita (stress psico-fisico, riduzione della quantità di sonno, sedentarietà, vita sociale)
- abuso di sostanze tossiche come fumo e alcol
- postura scorretta
- etc.
L’uomo può essere visto come il meccanismo di un orologio: ogni ingranaggio ha un ruolo ben preciso e anche un fattore apparentemente impercettibile come un granello di polvere, può danneggiarlo. Non solo: l’uomo vive immerso in un mondo complesso, con il quale intrattiene rapporti complessi. Pensare di ridurre il tutto ad un principio attivo che elimina un sintomo, è un approccio molto riduzionista che spesso si dimostra fallimentare. Forse è il caso di prendere in considerazione non solo i sintomi ma anche le cause, al fine di prevenire le malattie piuttosto che curarle. Prendere in considerazione le cause però, non è semplice, in quanto come abbiamo visto i fattori che determinano le malattie sono molteplici e spesso difficili da tenere sotto controllo. Quello che possiamo fare però, è tentare di seguire uno stile di vita più naturale e a misura d’uomo, prendendo in considerazione tutti gli aspetti del nostro essere, dalla qualità del sonno alla corretta alimentazione, da una vita meno sedentaria ad una corretta postura, cercando di assorbire prana da aria, acqua e cibi sani e non avvelenati da sostanze tossiche. Una scommessa difficile ma non impossibile da vincere.