Finocchio (Foeniculum vulgare), proprietà  e benefici

Nome Scientifico

Foeniculum vulgare

Famiglia

Apiaceae (Umbelliferae)

Origine

Regione mediterranea

Parti Utilizzate

Frutti essiccati e semi

Costituenti chimici

Olio essenziale (transanetolo, estragolo e fencone)

Indicazioni principali

  • Sindrome del colon irritabile
  • Coliche gassose del lattante
  • Insufficienza digestiva

Azione prevalente

Antimeteorica e antispasmodica viscerale

Altre azioni

Anti-infettiva intestinale

Controindicazioni

Può insorgere allergia, in genere con sintomi buccali quali infiammazioni della lingua e delle gengive con prurito e bruciori. In tali soggetti si ritrovano anticorpi specifici della classe IgE, e sembra che l’allergia alle Apiaceae sia crociata con quella alle mele.

Interferenze con i farmaci

  • Terapia ormonale perché gli estratti di finocchio presentano attività estrogenica
  • Farmaci fotosensibilizzanti

 

finocchio

La raccolta del fiore del finocchio selvatico avviene in Italia appena il fiore è “aperto”, normalmente a partire dalla metà d’agosto fino a settembre inoltrato. Il fiore si può usare fresco o si può essiccare, all’aperto, alla luce, ma lontano dai raggi diretti del sole, che farebbero evaporare gli olii essenziali. I diacheni si possono raccogliere all’inizio dell’autunno, quando è avvenuta la trasformazione del fiore in frutto. Le “barbe” o foglie e i teneri germogli si possono cogliere dalla primavera all’autunno inoltrato.

Il finocchio è emmenagogo (*), diuretico, carminativo (**), antiemetico, aromatico, antispasmodico, anti-infiammatorio e aiuta il fegato a svolgere le sue normali funzioni.

È utilizzato per chi ha difficoltà digestive, aerofagia, vomito e nell’allattamento per ridurre le coliche d’aria nei bambini. È noto infatti che una tisana di finocchio sia molto efficace nel trattamento di gonfiori addominali da aerofagia.
Inoltre combatte i processi fermentativi dell’intestino crasso, e quindi diminuisce il gas intestinale. Quindi può essere utile per combatte la stitichezza e per ridurre la componente dolorosa della sindrome da colon irritabile.

finocchio

In cucina, si possono usare tutte le parti del finocchio. Il grumolo bianco (erroneamente ritenuto un bulbo) del finocchio coltivato si può mangiare crudo nelle insalate oppure lessato e gratinato. Si può aggiungere anche agli stufati.

Per quanto riguarda il finocchio selvatico, chiamato in cucina anche “finocchina” o “finocchietto”, si usano sia i fiori freschi o essiccati, sia i frutti o “diacheni”, impropriamente chiamati “semi”, che sono più o meno dolci, pepati o amari, a seconda della varietà, sia le foglie (o “barba”), sia i rametti più o meno grandi utilizzati nelle Marche per cucinare i bombetti (lumachine di mare); le foglie si usano fresche e sminuzzate per insaporire minestre, piatti di pesce, insalate e formaggi. Nella ” pasta con le sarde”, nota ricetta siciliana, le foglie del finocchio selvatico sono uno degli ingredienti essenziali.

I fiori si usano per aromatizzare le castagne bollite, i funghi al forno o in padella, le olive in salamoia e le carni di maiale (in particolare la “porchetta” dell’Alto Lazio). I cosiddetti “semi” si usano soprattutto per aromatizzare tarallini (Puglia), ciambelle o altri dolci casalinghi e per speziare vino caldo o tisane. È in uso nelle regioni costiere del Tirreno, un “liquore di finocchietto”, per il quale si utilizzano i fiori freschi e/o i “semi” e le foglie.
(*) Il termine emmenagogo riguarda un rimedio in grado di stimolare l’afflusso di sangue nell’area pelvica e nell’utero, e di favorire le mestruazioni, in quei casi in cui il flusso mestruale sia assente o rarefatto per cause diverse dalla gravidanza.

(**) Il termine carminativo riguarda un rimedio che toglie l’aria accumulata nello stomaco e nell’intestino e che lenisce i dolori (dette coliche) da essi derivanti.