Effetti della meditazione sul cervello/2: Aumento della coerenza e una migliore comunicazione tra emisferi

In uno stato di benessere psicofisico, esiste coerenza tra le onde dei due emisferi e tra le differenti aree funzionali del cervello.

Il cervello ha bisogno di un ritmo oscillatorio elettrico perché per espletare un qualsiasi compito, ha bisogno dell’integrazione di aree cerebrali separate e, spesso, anche distanti tra di loro. Perciò, l’oscillazione coerente di un insieme di neuroni permette la sincronizzazione dei circuiti adatti allo svolgimento di un dato compito.  In assenza di coerenza, le varie onde ed i loro ritmi sono disordinati e meno potenti.

Durante la meditazione, si osserva la riduzione della complessità dell’attività cerebrale nelle aree fronto-mediali e centrali che si combina con l’incremento delle onde Alfa e Tetha. Se ne deduce che vengano spenti i circuiti nervosi irrilevanti, riorganizzando i circuiti mentali più importanti.

In particolare, ricerche scientifiche hanno fatto emergere che, durante la meditazione, è coinvolto tutto il cervello.

Ogni emisfero possiede quattro aree associative:

1.     area associativa dell’orientamento (lobo parietale);

2.     area associativa dell’attenzione (lobo frontale);

3.     area associativa visiva (lobo temporale);

4.     area associativa verbale-concettuale (lobo occipitale).

Nell’area associativa dell’orientamento, dove esiste la distinzione tra il Sé e il non Sé, e il nostro senso dell’orientamento nel tempo e nello spazio, durante la meditazione avviene un decremento di attività di quest’area che dà vita al senso di perdita dei confini e del tempo, dissolvendo i confini del Sé.

Nell’area dell’attenzione, molto attiva durante la meditazione, la mente è focalizzata su un solo pensiero o suono, filtrando il resto dei messaggi che provengono dal corpo e dall’ambiente esterno.

L’area associativa visiva ha un’estesa connessione con il sistema del cervello coinvolto nella formazione della memoria e delle emozioni (sistema limbico). Ciò spiega perché siamo in grado di dare significato emotivo all’esperienza vissuta durante la meditazione.

Infine, l’area associativa verbale-concettuale registra una diminuzione di attività durante la meditazione e questo spiega perché, a posteriori, non siamo capaci di descrivere concettualmente l’esperienza vissuta.

In conclusione, la meditazione induce:

1.     un rilassamento profondo che potenzia l’attenzione;

2.     un maggior controllo dei circuiti neuroendocrini, in particolari di quelli legati allo stress;

3.     una maggiore coerenza cerebrale e una migliore comunicazione tra emisferi.

 

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