Bilanci di fine anno e buon propositi per quello nuovo

Generalmente, la fine dell’anno porta con sé riflessioni su quanto fatto nell’anno appena trascorso, e buoni propositi per l’anno nuovo. Quante volte, alla fine di un anno, ci siamo ritrovati a fare un bilancio della nostra vita e a desiderare grandi cambiamenti per il nuovo anno?
Lo yoga ci fornisce strumenti interessanti per effettuare questo “bilancio esistenziale”.
Si chiamano Purushartha, i quattro scopi della vita. Essi sono:

  • dharma
  • artha
  • kama
  • moksha

Dharma significa “dovere”, “etica”, “correttezza”, “lavoro”, “verità”, “responsabilità”.
Si riferisce alle nostre azioni e al modo con cui devono esser effettuate. Qualunque cosa si faccia è necessario farlo con correttezza e responsabilità.
E’ un concetto relativo, le cui variabili concorrono al miglioramento della vita. E’ la base etica su cui vivere la vita: fare il bene per sé stessi, la propria famiglia, la società e il mondo.
Il nostro Dharma dovrebbe governare ogni nostra azione e ogni nostra decisione.
Per comprendere il nostro Dharma personale e capire se lo stiamo seguendo in modo adeguato, possiamo porci queste domande:

  • qual è il mio ruolo nel mondo?
  • quali sono i miei obbighi?
  • quali di essi sento giusti?
  • li sto servendo nel modo migliore?

Artha significa “ricchezza”, “abbondanza”, “successo”.
Costituisce l’insieme delle risorse materiali che consentono di vivere in modo adeguato, supportando lo scopo della nostra vita: sono i soldi che provengono dal nostro lavoro, le relazioni sociali, ma anche la buona salute e gli strumenti (es.: computer) utilizzati per realizzare il nostro Dharma.
Per vivere Artha in modo corretto, possiamo porci queste domande:

  • conoscendo il mio dharma, cosa mi serve per vivere il mio ruolo nel mondo?
  • le mie cose mi rendono felice oppure mi tolgono la gioia?
  • a parte il denaro, che cos’è la ricchezza per me?

Kama significa “desiderio del piacere” ed è ciò che guida il comportamento umano.
E’ riferito al piacere, inteso come: sensualità, bellezza, intimità, amicizia e tutto ciò che porta gioia nelle nostre vite. E’ “l’energia” che ci consente di realizzare il nostro Dharma con passione.
Per capire se la nostra ricerca del piacere è positiva, cioè non ci crea sofferenze e dipendenze, possiamo porci queste domande:

  • che cosa mi appassiona?
  • sono felice?
  • sono dipendente da qualcosa?
  • la ricerca dei miei piaceri mi conduce allo scopo della mia vita oppure mi allontana da esso?

Moksha significa “liberi da” e “liberi di”. Indica la libertà da ciò che impedisce di realizzare sé stessi, di vivere pienamente ed esser felici.
La libertà è la nostra natura, fa parte di noi stessi e si sperimenta in ogni momento della nostra vita.
Essere liberi significa anche scegliere in che cosa impegnarci. Per esempio, quando guardiamo negli occhi un figlio, non sentiamo di esser legati alla responsabilità di genitore, ma sperimentiamo il senso più profondo della nostra libertà di scelta.
Per capire se siamo persone libere, possiamo porci queste domande:

  • cosa sto facendo per liberarmi da attività e situazioni che mi rendono infelice?
  • come posso non restare imprigionato/a nelle mie emozioni?
  • come posso render libera la mia mente da pensieri negativi?
  • a cosa scelgo di legarmi?

Dopo aver anallizzato i singoli Purushartha, dobbiamo verificare se sono in equilibrio tra loro per evitare che alcuni aspetti della nostra vita siano poco curati.
Se facciamo quest’analisi periodicamente, potremmo renderci conto che le nostre esigenze variano nel tempo e che, quindi, l’equilibrio dei Purushartha non è statico ma cambia insieme a noi.

La vita è mutamento e saper accettare i cambiamenti significa amare la vita! 🙂