Le temperature rigide, soprattutto se accompagnate da venti gelidi, possono causare geloni, forme lievi o gravi (raramente) di congelamento, ipotermia.
Geloni
Sono lesioni della cute reversibili, compaiono se la parte esposta è umida o bagnata o c’è vento forte. E’ colpita soprattutto la cute delle dita, che si presenta bianca o giallo-grigia. Può essere presente una sensazione di intorpidimento e prurito delle zone interessate. Spesso non si avverte dolore, ma nei casi più gravi, le zone colpite possono gonfiarsi, arrossarsi e coprirsi di vescicole. E’ opportuno consultare il proprio medico curante.
Congelamento
Nelle forme lievi la parte colpita non duole e presenta una colorazione bianco-grigiasta. In questo caso, basta riscaldare la parte colpita, anche soltanto massaggiandola e alitandovi sopra.
Nelle forme più gravi, sono colpite le cellule dei tessuti che possono andare incontro a necrosi. Le zone più colpite sono quelle meno irrorate e più esposte come: mani, piedi, talloni, lobi auricolari, naso, guance, mento.
Sono condizioni rare che possono verificarsi nelle persone che trascorrono la notte all’aperto o in alta montagna.
Le cause più frequenti del congelamento sono, oltre alle basse temperature, anche la presenza di vento forte e umidità relativa molto elevata. Il rischio diventa reale di fronte ad un’improvvisa bufera di vento o di neve, con umidità ai limiti di saturazione, specie se non si indossano indumenti adatti.
Episodi gravi di congelamento possono verificarsi anche a seguito di immersioni in acque gelate.
I segni iniziali di congelamento sono spesso lievi: cute pallida, fredda, edematosa, successivamente diventa arrossata fino a divenire cianotica e dolente, con comparsa di bolle.
La persona va soccorsa prontamente per evitare conseguenze più gravi dell’assideramento.
Ipotermia (assideramento)
Se la temperatura corporea scende sotto i 35°C, le funzioni vitali non possono più considerarsi efficienti. L’ipotermia è una situazione pericolosa perché i sintomi compaiono progressivamente. E’ opportuno riconoscere tempestivamente i primi segnali di ipotermia: parlare a scatti, difficoltà di deambulazione, tendenza ad inciampare, confusione mentale, perdita di coordinamento degli arti, sensazione di affaticamento e di freddo, tensione muscolare e, nei casi più gravi, perdita dei sensi fino al coma.
Se si è in alta montagna, in attesa dell’arrivo dei soccorsi, possono essere molto utili massaggi leggeri sulla superficie corporea. Se è possibile occorre mettere la persona a riparo dal freddo e dal vento e coprirla con indumenti caldi e coperte, somministrare abbondanti liquidi caldi, come tè, caffè allungato o brodo vegetale. Evitare la somministrazione di bevande alcoliche.