Naturopatia, il sentiero della natura per vivere l’armonia naturale

Naturopatia significa “sentiero della natura” per mantenere o ripristinare lo stato di benessere. Il termine fu coniato nel 1895 dall’americano John Scheel, medico di New York, ed ha le sue radici nelle parole inglesi “nature” e “path”, da cui “nature’s path”, “sentiero della natura”.

La storia e la divulgazione della naturopatia varia da paese a paese. Questo fatto è legato alla legislazione sanitaria dei diversi paesi, dove ancora oggi si riscontrano divergenze di valori tra il diritto anglosassone (habeas corpus) e il diritto romano.

Le radici storiche e filosofiche della Naturopatia risalgono a Ippocrate (459-377 a.c.), medico greco considerato padre della medicina, che stabilì il principio fondamentale della medicina, primun non nocere, per sottolineare che le cure devono collaborare con l’organismo nel modo più naturale, senza alterare l’equilibrio generale del corpo.

Ippocrate sosteneva che la salute si basa su uno stile di vita moderato, in particolare su una sana alimentazione, su un pensiero felice e sull’esercizio fisico che permettono all’organismo di esercitare la naturale “forza guaritrice della natura”, ossia la capacità interna di guarirsi.

Introdusse, inoltre, la concezione innovativa che la malattia e la salute di una persona dipendono dalle circostanze di vita della persona stessa e non da influssi divini. Inventò la cartella clinica e teorizzò la necessità di osservare razionalmente i pazienti prendendone in considerazione l’aspetto e i sintomi. Considerava, infine, il rimedio come terzo strumento del medico, accanto al tocco e alla parola.

L’insegnamento di Ippocrate si estese intorno al bacino del Mediterraneo ed al Medio-Oriente, permettendo a grandi medici di illustrare le teorie e le tecniche naturopatiche. Uno dei più celebri fu Celso (I sec. d. C.). Altri medici famosi furono Avicenna (980-1037) che, in Europa, diventò un’importante figura medica a partire dal 1200, tramite la Scuola medica salernitana, Galeno (II sec. d.C.), Paracelo (1493-1541) e Ambroise Paré (1510–1590).

Dopo un periodo di eclissi, la Naturopatia riapparve con Boerhave, il promotore dei bagni super-calorici (fine del 18° secolo), celebre in tutto il mondo.

Nella stessa epoca, in Francia, Bordeu e Barthez misero a punto la dottrina del Vitalismo, la base filosofica della Naturopatia. Questa disciplina fu insegnata alla facoltà di medicina di Montpellier, restando, per lungo tempo, il bastione della Naturopatia in Francia.

Il pensiero naturopatico cominciò a prendere consistenza e ad assumere precise connotazioni solo verso il Settecento con le opere di J. J. Rousseau che esaltavano l’ideale del ritorno alla natura come rimedio al declino della qualità della vita nei grossi centri urbani. Nell’Ottocento, invece, il pensiero naturopatico pose le sue basi moderne nell’atmosfera di ritorno alla natura immortalata dalla letteratura romantica, di cui condivideva lo slancio emotivo e spirituale, oltre ai luoghi di nascita: Inghilterra e Germania.

Successivamente, si diffuse rapidamente in America, soprattutto negli Stati Uniti, dove la calda accoglienza degli insegnamenti naturisti fu legata alla suggestione di uno stile di vita più semplice: la vita naturale come recupero dello stato di purezza e, dunque, di salute.

Nel frattempo, l’indirizzo sistematico si era manifestato soprattutto nelle opere di due grandi medici: Friedrich Hoffmann (1660-1742), secondo il quale la malattia è il tentativo dell’anima di ristabilire l’ordine della vita nel modo più rapido e sicuro, e Georg Ernst Stahl (1660-1734) che parla dell’anima come principio supremo della vita.

Un secolo dopo, il medico tedesco Samuel Hahnemann (1755-1843) si rese conto che la medicina della sua epoca faceva più danni che benefici: erano molto comuni pratiche come i salassi (che rimasero molto diffusi fino alla fine del XIX secolo) che avevano lo scopo di far uscire dal corpo la malattia e restaurare il corretto bilancio degli umori. Egli rifiutò il concetto che la malattia si dovesse curare facendo fuoriuscire dal corpo la materia malata, e sostenne invece che occorreva aiutare la forza vitale a riportare l’armonia e l’equilibrio all’interno dell’organismo con aria fresca, cibo sano ed esercizio.

La proposta terapeutica di Hahnemann era sicuramente più umana e meno nociva delle pratiche mediche più diffuse all’epoca. Essa, infatti, sollecitava le difese naturali dell’organismo e individuava il meccanismo che portava alla rottura dell’equilibrio che avrebbe dovuto difendere la persona dalla malattia. Sviluppava, infine, il concetto di “similitudine” ed è considerato il padre della medicina omeopatica.

Nell’Ottocento, la scienza medica, l’ordinamento degli studi e dell’esercizio professionale consolidarono però le loro posizioni nella società dell’epoca, grazie alle grandi correnti intellettuali, sociali e politiche che influenzarono molto la medicina, così come i progressi della fisica e della chimica.

Si passò dalla concezione microbiologica a quella neo-ippocratica con due indirizzi: clinico-curativo e igienico–preventivo (evoluzione dell’antica medicina greco-romana). È in questo contesto che prese voce in Europa, soprattutto in Germania, la Naturopatia moderna, intesa come disciplina organica esercitata in forma professionale.

Altre grandi personalità che hanno dato impulso alla Naturopatia furono:

  • Vincent Priessnitz (1799-1851) fautore di ben 56 differenti tipi di trattamenti di idroterapia (compresse di garza bagnata, spugnature, bagni d’aria, docce fredde, vasche fredde, avvolgimenti in lenzuola fredde ecc); curò, in 25 anni, 40.000 pazienti e fu il primo a cui venne assegnato il titolo di Naturartz;
  • Padre Sebastian Kneipp (1821-1897), abate tedesco, al quale si deve la riscoperta dell’idroterapia, basata sul concetto di “sangue guasto”, trattato con l’acqua che dissolve e ripristina la salute (l’idroterapia toglie alla malattia il terreno su cui può svilupparsi);
  • Sylvester Graham (1794-1851), statunitense, promosse il vegetarismo e l’uso di cereali integrali;
  • Harvey Kellogs (1852-1943), mise al centro dell’attenzione il problema della stitichezza da risolvere con i suoi prodotti a base di cereali; poiché era convinto che la principale causa di tutte le malattie fosse la dieta a base di carne, negli Stati Uniti degli anni ’20, diffuse l’idea della necessità di ritornare ad una dieta completamente naturale dal momento che i nostri più lontani antenati si cibavano esclusivamente di alimenti di origine vegetale; Kellog è mondialmente ricordato per essere stato l’inventore dei Corn flakes nel 1897, una ricetta vegetariana che nelle intenzioni dell’autore doveva fornire tutti i nutrienti necessari;
  • Benedict Lust (1864-1945), allievo di Kneipp, creò il termine “naturopata” e fondò a New York la prima erboristeria; uno degli aspetti più importanti della sua filosofia era “l’uso della naturopatia per trasformare la vita delle persone”, attraverso il potere delle forze naturali quali acqua, aria, sole, terra, erbe, elettricità, magnetismo, esercizio, riposo, dieta, varie modalità manuali quali massaggio, osteopatia, chiropratica nonché la scienza morale; sottolineò inoltre l’importanza del digiuno, della dieta idrica con la febbre; fondò la scuola americana di Naturopatia nel 1901 e contribuì ad inserire lo Yoga in America, primo segno d’interesse verso l’Oriente; sua moglie Louise si specializzò in ginecologia naturopatica, fu un’eccellente cuoca di cibi naturali e salutari e scrisse il “Lust Vegetarian Cook Book”.

La Naturopatia subì un grande declino, dopo il 1930, perché i medicamenti come gli antibiotici e corticosteroidi, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, furono ritenuti più efficaci delle cure naturopatiche. Inoltre, dopo la morte di Lust, ci furono molti conflitti tra varie scuole di medicina naturale, mentre altri fattori, come il decrescente livello d’istruzione in medicina naturale e il sostenimento politico ad un’avanzata tecnologia medica, resero sempre più popolare la medicina ufficiale.

Malgrado tutti questi problemi, però, la Naturopatia non cessò di esistere e a partire dal 1956 con l’apertura del National College of Naturopathic Medicine a Portland, in Oregon, riprese terreno grazie anche all’integrazione, nel metodo, di criteri scientifici.

Ma è a partire dagli anni Settanta-Ottanta del Novecento che la Naturopatia iniziò a guadagnare sempre più terreno. I motivi sono molti e variegati:

  1. aumento delle patologie degenerative;
  2. aumento delle patologie di tipo ansioso-depressivo;
  3. crescente richiesta di salute e di benessere psicofisica;
  4. limiti delle terapie farmacologiche.

Alimentazione, respiro, idroterapia, attività fisica, massaggio, fitoterapia, floriterapia, musicoterapica, cromoterapia, aromaterapia, sono le fondamenta su cui si è sviluppata la Naturopatia fino a oggi che si è, ulteriormente arricchita, nel corso del Novecento, con le conoscenze delle più antiche tecniche di cura orientali.