Ogni carattere ha i suoi oli essenziali

Perché si ama un profumo piuttosto che un altro? La risposta è legata alla memoria: associamo istintivamente le fragranze ai ricordi, anche inconsci. Per esempio, il profumo di abete può attivare il collegamento con la magica attesa delle vigilie di Natale dell’infanzia, mentre la violetta può stimolare ricordi legati ad una zia iperprofumata. Non solo, anche il nostro carattere ci spinge verso un certo aroma; e questo è chiaro indice del fatto che ne abbiamo bisogno, che ci fa bene. Vediamo alcuni esempi.

Per chi è fragile: il profumo aromatico del rosmarino, che cresce nelle azone ventose e resiste alle intemperie, aiuta a rafforzare il carattere, a diventare più resistenti ed elastici di fronte alle difficoltà.

Per chi è aggressivo:  i caratteri che prendono facilmente fuoco sono attratti da ylang ylang, arancio o lavanda, fragranze che addolciscono e smussano gli spigoli caratteriali.

Per chi è romantico: queste personalità amano il gelsomino e il benzoino, oli “rotondi” che ispirano dolcezza e armonia e li fanno sentire a proprio agio anche nelle situazioni più terra-terra.

Per chi è sensibile: i caratteri al servizio degli altri, che non si mettono in primo piano, sono definiti dall’aromacologia “persone violetta”. Tale essenzia stimola la loro intelligenza a farsi avanti.

Per chi è triste: una fragranza che mette allegria è la melissa, l’olio essenziale di lunga vita, il sole splendente dopo una pioggia che ha spazzato via le nuvole e l’aria.

Per chi è gravato da responsabilità: le persone che lavorano molto e si assumono grandi responsabilità hanno bisogno di ravensara (dal Madagascar), mescolato con canfora bianca, la pianta più “respiratoria” e generosa che c’è in Oriente.