Sono preparazioni concentrate ottenute da droghe vegetali fresche o, come accade più spesso, essiccate.
Si ottengono attraverso un procedimento di estrazione che prevede l’utilizzo di un solvente. A seconda del solvente utilizzato, gli estratti si distinguono in acquosi, idroalcolici, alcolici ed eterei.
Il grado di eliminazione del solvente determina la consistenza dell’estratto che può essere:
1) secco
L’estratto secco si presenta come una preparazione simile alla droga secca polverizzata. Tuttavia, non è una polvere perché, a differenza di questa, ha subito un processo di estrazione. Inoltre, a parità di dose, l’efficacia teraupetica dell’estratto secco è superiore alle polveri perché presenta un’elevata concentrazione di principi attivi.
L’estratto secco si ottiene per evaporazione totale del solvente a temperature inferiori a 50° C per preservare i principi attivi.
L’eliminazione del solvente può esser eseguita per nebulizzazione o liofilizzazione, se i principi attivi sono particolarmente termolabili o facilmente degradabili.
Gli estratti secchi sono confezionati in capsule o compresse, da conservare in un luogo asciutto e al riparo dalla luce (assorbono facilmente l’umidità ambientale).
Vengono ottenuti con metodiche che garantiscono la standardizzazione dell’estratto.
Le parti utilizzate per realizzare un estratto vegetale variano da pianta a pianta (foglie, fiori, frutti, semi, corteccia, radice, rizoma o intera pianta), poiché i vari costituenti chimici possono essere localizzati nelle diverse parti della pianta. Inoltre, la variabilità dei prodotti naturali dipende anche da molti altri fattori: luogo di provenienza, condizioni di coltivazione, clima, etc.
La standardizzazione è un metodo di preparazione che consente di ottenere un estratto i cui principi attivi naturali sono qualitativamente e quantitativamente costanti.
Standardizzare significa “uniformare”. L’impiego di estratti standardizzati, che garantiscono cioè un contenuto di principi attivi costante e ripetibile in ogni lotto di produzione, consente di assicurare la riproducibilità dell’azione salutistica del prodotto erboristico.
Questo processo riguarda la qualità delle droghe officinali, l’impiego di metodiche codificate e di analitisi di laboratorio. Il risultato è un prodotto finito sempre con le stesse caratteristiche chimiche (titolo in principi attivi) e fisiche (densità, aspetto, consistenza, solubilità).
Un altro elemento che riguarda gli estratti secchi è la titolazione, cioè il rispetto di determinati requisiti che ne dimostrano la qualità.
La capacità di un prodotto di esplicare un effetto benefico (efficacia) è direttamente correlata alla quantità di principi attivi presenti. Questa quantità viene indicata da una percentuale chiamata “titolo” che è l’indice della quantità di principi attivi per unità di peso. Perciò, il titolo è la valutazione quantitativa (di solito espressa in percentuale sull’estratto secco) del contenuto della sostanza attiva più importante.
Il calcolo della quantità di principi attivi assunti con un determinato prodotto, si effettua moltiplicando il valore del titolo per la quantità di estratto (o di droga) presente per unità posologica (entrambi questi valori dovrebbero sempre essere indicati nella confezione del prodotto). Ad esempio: un opercolo contenente 200 mg di estratto di iperico, titolato in ipericina allo 0,4%, fornisce esattamente 0,8 mg di principio attivo (200 x 0,4/100 = 0,8).
Per avere un effetto benefico, il titolo non deve essere inferiore al livello riportato dai maggiori studi scientifici. Per esempio, la titolazione del Ginkgo biloba deve essere al 24% in flavonoidi e al 6% in derivati triterpenici affinchè si ottengano risultati ottimali.
2) fluidi
Gli estratti fluidi sono preparazioni dense e sono i più utilizzati per la loro facilità d’uso e di conservazione.
Contengono la stessa quantità di principio attivo presente nella droga e sono circa 10 volte più
concentrati rispetto alle tinture.
Sono prodotti particolarmente ricchi di proprietà benefiche anche perché realizzati lasciando macerare la pianta essiccata in un solvente, generalmente alcolico, che favorisce la conservazione di tutti i principi utili.
Sono spesso utilizzati per preparare sciroppi.
3) molli
Gli estratti molli sono preparazioni di consistenza intermedia tra gli estratti fluidi e quelli secchi.
Il processo di concentrazione è spinto fino ad ottenere una consistenza paragonabile a quella del miele.
Si ottengono per evaporazione parziale del solvente usato per la loro preparazione e sono utilizzati nella preparazione di pillole e pomate.