Gli effetti benefici dell’Hatha Yoga/3

15. Facilita il calo ponderale

Chi pratica regolarmente yoga perde peso perché non solo brucia calorie direttamente, ma impara anche a mangiare con consapevolezza e agisce sulla sfera emotiva che, spesso, gioca un ruolo fondamentale sull’obesità.

16. Migliora le funzioni mentali

E’ dimostrato che lo yoga favorisce la coordinazione, i tempi di reazione, la memoria e altri indicatori di efficacia delle funzioni cerebrali. Con la pratica, si apprendono nuovi modi di muovere il corpo e s’impara a coordinare azioni differenti.

A parte l’enorme varietà offerta dalle asana, molto utili sono anche le tecniche di respirazione e di visualizzazione, i mantra e la meditazione.

Inoltre, lo Yoga insegna a concentrare l’attenzione e ad essere focalizzati.

Infine, usando la risonanza magnetica per l’esplorazione cerebrale, è stato evidenziato che la corteccia prefrontale sinistra mostra una maggiore attività nelle persone che praticano la meditazione, una scoperta che è stata correlata a maggiori livelli di felicità, migliori funzioni immunitarie, più elasticità mentale e un temperamento meno propenso all’ira e all’agitazione.

17. Modifica i livelli dei neurotrasmettitori

Uno studio effettuato presso la Benares Hindu University ha rilevato che un corso di yoga della durata dai tre ai sei mesi allevia la depressione. La pratica consisteva in rilassamento, asana (soprattutto quelle capovolte), pranayama e meditazione. I pazienti mostravano un miglioramento nei livelli di neurotrasmettitori simili a quelli del gruppo di controllo, trattato con antidepressivi. Entrambi riportavano un aumento significativo dei livelli di serotonina e una diminuzione di quelli di cortisolo e monoaminossidasi (IMAO), cambiamenti che contribuiscono a migliorare l’umore.

18. Diminuisce i livelli di cortisolo

Le ghiandole surrenali secernono quest’ormone dello stress nei momenti di crisi. Chi è sempre teso potrebbe avere livelli di cortisolo sempre elevati. Questa situazione produce effetti sfavorevoli sul sistema immunitario, sul peso corporeo e sulla memoria.

Attraverso una pratica costante, il sistema nervoso ripristina il suo equilibrio, facendo venir meno la necessità di stimolare le ghiandole surrenali.

19. Abbassa la glicemia

E’ stato provato che lo yoga diminuisce i livelli di glucosio nel sangue a digiuno nei malati di diabete, consentendo un controllo a lungo termine del tasso glicemico.

In parte, quest’effetto potrebbe esser dovuto all’abbassamento dei livelli di cortisolo e di adrenalina. Con valori di glucosio elevati, aumenta il rischio di sviluppare le complicazioni del diabete, come infarto, insufficienza renale e cecità. Inoltre, lo yoga facilità il calo ponderale e può migliorare la sensibilità all’insulina.

20. Abbassa la pressione

L’ipertensione arteriosa è un fattore di rischio in molte malattie, compresi i disturbi cardiocircolatori, l’insufficienza renale e l’ictus. La risposta dell’organismo allo stress provoca un aumento della pressione, comprimendo le arterie, trattenendo i sali e i fluidi e aumentando la forza contrattile del muscolo cardiaco. L’attività fisica e la perdita di peso che, normalmente, accompagna una pratica yogica regolare tendono ad abbassare la pressione.

Di particolare efficacia, risulta essere il rilassamento.

21. Migliora i livelli di colesterolo e trigliceridi

Parecchi studi hanno documentato la capacità dello yoga di diminuire il livello dei grassi nel sangue, comprese le lipoproteine LDL (il colesterolo “cattivo”) e i trigliceridi, due parametri associati a diverse patologie, quali infarto e pancreatite. Tale risultato è dovuto ad una serie di meccanismi diversi. Innanzitutto la capacità rilassante dello yoga potrebbe controbilanciare due aspetti negativi dello stress: l’aumento del colesterolo e il peggioramento del rapporto fra colesterolo totale e HDL (colesterolo “buono”). In secondo luogo, il calo ponderale e la tonicità cardiovascolare che si ottengono con una pratica regolare tendono a diminuire i trigliceridi e ad incrementare il colesterolo HDL, il quale protegge dagli infarti perché agisce da spazzino del grasso delle arterie.

 

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