8. Rafforza le articolazioni
La cartilagine delle articolazioni serve per assorbire i traumi, permettendo alle ossa di scivolare dolcemente l’una sull’altra. Viene nutrita dal liquido sinoviale che si produce tramite il movimento per, poi, esser assorbito.
Con una gamma di movimenti limitata, alcune aree della cartilagine degenerano per mancanza di nutrimento e le ossa perdono questi cuscini protettivi. Le asana incrementano la gamma di movimenti delle articolazioni e migliorano l’allineamento delle ossa. Superando i limiti delle proprie abitudini motorie si riduce la degenerazione di tutti i tessuti.
9. Nutre i dischi vertebrali
La cartilagine di cui sono fatti questi dischi non viene irrorata direttamente dal sangue, ma sfrutta i movimenti del corpo per assorbire le sostanze nutrienti di cui ha bisogno dai vasi sanguigni vicini.
Una sequenza di asana che comprende piegamenti all’indietro, flessioni, torsioni e delicati allungamenti della colonna vertebrale, contribuisce a prevenire la degenerazione dei dischi vertebrali che possono, quindi, assolvere alla loro funzione protettiva delle vertebre.
10. Migliora la circolazione venosa
Al contrario delle arterie, le vene non sono in grado di sospingere il sangue, ma dipendono dal movimento delle aree adiacenti per farlo scorrere dalla periferia al cuore. Le asana capovolte facilitano il flusso del sangue venoso, migliorando alcuni disturbi, come il gonfiore delle caviglie. Anche il compito del cuore è agevolato dal più efficiente riflusso.
11. Migliora la circolazione linfatica
Oltre alle arterie e alle vene, esiste un terzo sistema di circolazione dei fluidi del corpo che trasporta la linfa, ricca di linfociti e altre cellule immunitarie. Il sistema linfatico combatte le infezioni, elimina le cellule cancerogene e smaltisce alcuni scarti tossici del metabolismo cellulare. Così come il sistema venoso, anche questo non è dotato di pareti muscolari che possono sospingere il sangue e il suo funzionamento ottimale dipende, quindi, dal movimento, dalla contrazione e dall’allungamento dei muscoli.
12. Rinforza le ossa
Molte asana comportano carichi muscolari che rinforzano le ossa e contribuiscono a ridurre il rischio di osteoporosi.
Alcune asana in piedi, come quella del Guerriero II, esercitano molto peso sulle gambe, altre come il Cane a testa in giù o quelle in equilibrio sulle braccia, lo caricano sui polsi, un’area spesso ignorata da molte forme di esercizio fisico e, frequentemente, soggetta a osteoporosi e, quindi, a fratture.
Inoltre, la documentata capacità dello yoga di abbassare i livelli di cortisolo aiuta a trattenere il calcio nelle ossa perché un eccesso di quest’ormone inibisce la costruzione ossea e ne favorisce la degenerazione.
13. Tonifica il sistema cardiovascolare
Molte pratiche yogiche sono aerobiche e, quindi, svolgono un’efficace azione preventiva sulla salute in generale, dalla diminuzione del rischio di infarto alla lotta contro la depressione.
Sia le pratiche che portano la frequenza cardiaca in fase aerobica che quelle che non lo fanno, aumentano la tonicità del sistema cardiovascolare. Alcune ricerche hanno evidenziato che la pratica yogica diminuisce il battito cardiaco a riposo e aumenta l’assorbimento massimo di ossigeno, oltre alla resistenza durante l’esercizio e una riduzione significativa della fatica percepita durante il punto massimo dello sforzo.
14. Migliora il funzionamento del sistema nervoso
Le asana e il pranayama comportano un’alternanza di attività stimolanti e rilassanti, producendo un benefico effetto sul sistema nervoso, soprattutto quello autonomo, perché favoriscono il riequilibrio dell’alternanza tra l’attività del simpatico e quella del parasimpatico.
Spesso, uno stile di vita inadeguato e la repressione delle emozioni fanno prevalere l’attività del sistema simpatico su quello parasimpatico, producendo un organismo sempre in tensione e, quindi, stressato sia fisicamente che mentalmente.
Quando si parla di riduzione dello stress, s’intende il raggiungimento di un equilibrio fra i due rami del sistema nervoso autonomo, il simpatico e il parasimpatico: il primo regola il funzionamento degli organi interni e si attiva nelle situazioni di emergenza, inducendo la cosiddetta reazione “combatti o fuggi”; il secondo ha un effetto calmante e rigenerante, rallenta il respiro, il battito cardiaco, abbassa la pressione, aumenta l’apporto sanguigno agli organi interni, favorendo il risposo e la digestione.
Inoltre, indice di un migliorato funzionamento del sistema nervoso sono la sensibilità barocentrica (l’abilità del corpo di percepire e di adattarsi ai cambiamenti di posizione) e la variabilità cardiaca (capacità del cuore di mantenere variazioni lievi, ma benefiche del ritmo cardiaco).
Con l’attività yogica, questi due aspetti s’incrementano entrambi.
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