Spezie Indiane, una storia antica

Ho una vera passione per le spezie che non mancano mai nella  mia cucina e nei miei piatti. Perciò, non posso sottrarmi dal parlarne in questo blog.

Le spezie sono sostanze aromatiche vegetali, utilizzate per aromatizzare e insaporire cibi e bevande. Ma hanno anche altri usi, oltre a quello alimentare. Infatti, vengono utilizzate per preservare il cibo, in rituali religiosi, nella cosmesi e in profumeria. Hanno anche moltissime proprietà teraupetiche, medicinali e antimicrobiche, conosciute sin dai tempi più antichi.

Dal latino “species” ovvero merci speciali, le spezie hanno una lunghissima storia alle spalle.

L’uso delle spezie, provenienti dall’India, era ampiamente diffuso tra gli Egizi, già intorno al 2600 a.C., come dimostrano i ritrovamenti archeologici in cui vi sono tracce di anice, fieno greco, cardamomo, cassia, cumino, aneto e zafferano.
Cibi speziati venivano dati agli operai impegnati nella costruzione della piramide di Cheope per mantenerli in buona salute.
Numerosi rimedi a base di erbe aromatiche e spezie sono descritti nel papiro Ebers (redatto intorno al XVI secolo a.C., durante il regno di Amenhotep I).

Anche nel mondo babilonese e assiro, si faceva un grande uso delle spezie.

I Greci e i Romani facevano un uso larghissimo di spezie indiane provenienti dall’Estremo Oriente o dalle regioni rivierasche del Mediterraneo.
Il loro massimo impiego si ebbe durante l’età imperiale per la cucina, nei vini, nella medicina, nei cosmetici, nel culto sia degli dei che dei morti.
Fin dal VII secolo, le spezie indiane figuravano fra i prodotti che i mercanti siriaci ed ebrei portavano per mare a Marsiglia e diffondevano nell’Europa nord-occidentale. Lo stesso commercio era allora esercitato dai mercanti di Comacchio e, a partire dall’inizio del IX secolo, dai Veneziani.

La domanda delle spezie nel Medioevo era molto più alta rispetto ad oggi per la grande importanza che avevano sia in cucina (come aromatizzanti ma anche come conservanti del cibo) che in terapia.

La loro importanza, sia nel mondo antico che in quello medievale, era tale da giustificare l’apertura di nuove rotte commerciali.
L’importanza che assunsero nel commercio è anche dimostrata dal fatto che la loro commercializzazione era riservata ai grandi mercanti-banchieri e che erano, talvolta, usate come come mezzo di pagamento.

Le spezie furono il motivo principale per cui il navigatore portoghese Vasco da Gama aprì la rotta per l’India, e furono anche uno dei motivi che spinsero Cristoforo Colombo a cercare una rotta rapida e sicura per le Indie.

La Rotta delle Spezie

La rotta delle Spezie era la via marittima dall’Europa all’India e oltre, fino alle Isole delle Spezie (Molucche) che venne aperta, tra il XV e il XVI secolo, da esploratori portoghesi. Ottenuta utilizzando anche la forza militare, rappresenta il punto di partenza dell’espansione europea nel mondo e del colonialismo.

Questa rotta iniziava da Lisbona, poi intorno al Capo di Buona Speranza, e proseguiva lungo le coste dell’Africa orientale e, attraversato il Mare arabo, arrivava fino alle città di Goa, Calicut e Cochin nel Malabar sulla costa sud-occidentale dell’India. Da lì si proseguiva circumnavigando India e Ceylon e attraversando il Golfo del Bengala, lo Stretto di Malacca, il Mar di Sunda e il Mar di Banda fino alle Isole delle Spezie, in primo luogo Ambon, Tidore e Ternate, appartenenti alle isole Molucche (in indonesiano Maluku, gruppo di isole dell’Indonesia, facenti parte del più vasto arcipelago malese).

Sulla nuova rotta commerciale venivano importate soprattutto spezie come il pepe, i chiodi di garofano, la noce moscata e la cannella che, in Europa, avevano un valore commerciale immenso, poiché non servivano solo per insaporire le pietanze, ma erano addirittura indispensabili come conservanti e per la produzione di farmaci.
Altre merci importanti trasportati erano mirra e incenso.

La ricerca di una via marittima per l’India, alternativa alle antichissime rotte terrestri come la Via della Seta e la Via dell’Incenso, è riconducibile all’iniziativa di Enrico il Navigatore, un principe portoghese e venne portata a termine con la missione di Vasco da Gama nel 1498. Lo scopo era quello di rompere il monopolio commerciale delle spezie di veneziani, persiani, turchi e arabi.

A partire dalla fine del XVI secolo, le compagnie commerciali olandesi guidate dalla Compagnia Olandese delle Indie Orientali riuscirono a conquistare un gran numero di basi portoghesi nell’Asia orientale e a portare sotto il loro controllo la Rotta delle Spezie che, da allora in poi, aveva come snodi principali Batavia (l’odierna Giacarta) in Indonesia e, dall’altra parte, Anversa e Amsterdam.

Nel XVII secolo, le spezie cominciarono a perdere la posizione di predominio che avevano avuto nel grande traffico internazionale, a causa dell’ascesa rapidissima nel consumo di zucchero, cacao, caffè, come pure il commercio di tessuti e di legni preziosi provenienti dal Nuovo Mondio, a seguito della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo.

Nel XX secolo, l’uso delle spezie è stato limitato al condimento degli alimenti, per esaltarne il sapore e migliorarne l’appetibilità. Tuttavia, di recente, assistiamo  anche alla riscoperta delle loro proprietà terapeutiche, medicinali e antimicrobiche.