”La morte non esiste, figlia. La gente muore solo quando viene dimenticata”, mi spiegò mia madre poco prima di andarsene.
“Se saprai ricordarmi, sarò sempre con te”.
“Mi ricorderò di te” le promisi.
(Isabel Allende, Eva Luna)
Penso che un lutto sia l’esperienza più brutta che si possa vivere, fatta di dolore e di tante altre emozioni, come rabbia, colpa, rimpianto, pena, vuoto, abbandono. Spesso sono emozioni potenti che ci travolgono e ci lasciano privi di forza. Altre volte, entrano dentro di noi sottilmente e ci restano per lungo tempo, rendendoci apatici e attoniti. Sono emozioni così intense che possono modificare le relazioni interpersonali e, persino, il nostro aspetto fisico.
A volte, la perdita di una persona cara può risvegliare anche vecchi sentimenti di abbandono, legati a precedenti episodi della nostra vita. Spesso, inoltre, dobbiamo sopportare anche il carico emotivo (dal senso di inadeguatezza, alla rabbia, alla nostalgia), legato ad attività quotidiane che, in passato, aveva gestito la persona che abbiamo perso.
Infine, non dimentichiamo che un lutto comporta notevoli cambiamenti anche nei ruoli e nelle responsabilità all’interno della famiglia o del gruppo sociale in cui viviamo che, a volte, sono accompagnati da ulteriori sentimenti che vanno ad aggravare il nostro stato emotivo.
Per eleborare un lutto ci vuole tempo, durante il quale è necessario tornare più volte sull’immagine, sui sentimenti e sulle memorie legate alla persona che amavamo, fino a che quella perdita non ci risulta più così intollerabile e dolorosa. E’ un processo che passa attraverso:
- negazione/rifiuto, in principio si nega il lutto come naturale meccanismo di difesa;
- rabbia, quando si realizza la perdita, subentra un enorme carico di dolore che provoca una grande rabbia rivolta verso sé stessi, verso le persone vicine o, in molti casi, verso la persona defunta;
- negoziazione, si tenta di reagire all’impotenza cercando delle risposte per spiegare o analizzare l’accaduto;
- depressione, ci si arrende alla situazione razionalmente ed emotivamente;
- accettazione, si accetta l’accaduto, spesso sperimentando depressione e rabbia di natura moderata volte a riconciliarsi definitivamente con la realtà.
In ognuna di queste fasi, variabili da persona a persona nei tempi e nelle intensità emotive, è necessario non bloccare le emozioni che affiorano di volta in volta, ma è fondamentale lasciarle emergere per esser riconosciute nei loro significati, affinché si completi il processo di elaborazione del lutto che ci permette di riprendere il nostro cammino e di tornare a vivere la nostra vita in modo completo.
Se il processo di elaborazione non si completa e restiamo intrappolati nel lutto, allora è necessario chiedere un aiuto psicologico in grado di accompagnarci nel difficile percorso di accettazione e di superamento della perdita.
In questo contesto, anche i fiori di Bach possono essere un valido aiuto, ed in particolare, Star of Bethlehem. Questo rimedio, particolarmente indicato all’inizio di una terapia, sia fisica che psicologica, aiuta ad elaborare il lutto e a sciogliere i blocchi emotivi, favorendo l’accettazione del dolore presente e passato. Inoltre, allevia la tristezza, dà conforto e sostegno, permettendo alla vita di tornare a fluire.

Star of Bethlehem può esser associato anche ad altri fiori di Bach, ed in particolare a:
- Honeysuckle, se la nostalgia e il rimpianto per la persona defunta, condizionano la nostra vita;
- Chestnut Bud, se il lutto è diventato un’ossessione;
- Walnut, se il lutto ci ha reso insicuri, facendoci perdere la nostra autonomia.